15 MAR 2014

D i s p a c c i d a l F r o n t e “MEMORIA NEBULOSA”

Articolo inserito da unucisa il 15/3/2014 alle 23:43


In questi giorni ricorre l'anniversario dell'attacco alleato a Cassino e, giustamente, assistiamo a un rincorrersi tra storici per la ricostruzione dei fatti e l'interpretazione delle cause. Anche il Presidente della Repubblica si è recato nel frusinate per rimarcare l'importanza dell'evento e la necessità che, per l'ennesima volta, il ricordo l'abbia vinta sulla dimenticanza.
In Sicilia, almeno per quanto è a mia conoscenza, ci siamo fatti scivolare addosso (non tutti e, soprattutto, non certo la nostra Sezione!) il 70° anniversario dell'Operazione Husky: d'altra parte, gli appelli dell'aviere Giuseppe Giannola sono stati recepiti soltanto nel 2009; in pratica, ha urlato ai quattro venti della strage di Biscari per oltre 60 anni allo scopo di ridare voce e dignità ai propri commilitoni trucidati nel ragusano.
Si tratta di un bruttissimo episodio del Luglio 1943, quando, un sergente ed un ufficiale americano, in due distinti episodi, nelle vicinanza dell'odierna Acate, hanno massacrati circa 70 soldati italiani e una decina tedeschi, ormai disarmati ed avviati alle retrovie, ovvero, già prigionieri a tutti gli effetti.
Sarà perché si trattava di soldati, ma il silenzio incredibilmente colpevole è una vergogna inammissibile.
D'altra parte, siamo rimasti all'oscuro di un'altra strage, stavolta di civili e per opera dei tedeschi; vale a dire quella di Castiglione di Sicilia, nel mese di Agosto dello stesso anno.
Per ragioni che ancora oggi rimangono fosche, la cittadina è stata messa a ferro e fuoco con ben 16 morti e parecchi feriti. Meno male che nel 2002 vi è stato il riconoscimento della medaglia al valor civile per questa comunità.
Oggi, quando una parte del territorio ucraino decide di affrancarsi da un sistema ritenuto dispotico per unirsi ad altro che, mia sia consentito, non è certo famoso per le sue libertà e, soprattutto, di fronte alla liberazione (presunta) di popoli e territorio che, in fin dei conti, sembra non aspettino altro per potere scatenare lotte intestine e guerre fratricide, mi viene da riflettere: noi Siciliani, così come il resto d'Italia, nel 1943 abbiamo subito passivamente e ci troviamo oggi sull'orlo dell'oblio perché ignavi e senza spina dorsale?
Non è così!
Concordo col Presidente Giorgio Napolitano: è stato il prezzo che il Popolo italiano ha dovuto pagare ai vincitori; un prezzo altissimo e, alle volte inaccettabile, però chiaro segno che, a dispetto dei soliti pessimisti di turno e di professione, il nostro è un Popolo, un'insieme di persone che, pur coi distinguo territoriali, ha un senso di appartenenza radicato e “sa bene da dove viene”.
La sfida per il futuro: ius sanguinis, oppure, ius soli? Oppure . . .
Il Presidente